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CAPITOLO 1. Alla scoperta dell’oro nero del Monferrato

Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e… se ne parla.  

Così scrisse Edoardo VII (1841 – 1910) e così abbiamo deciso di iniziare questo viaggio alla scoperta del Monferrato e dei suoi vini in collaborazione con Roberta Negri, aspirante sommelier, che ha da poco superato con successo il 2° livello del Corso di Qualificazione Professionale per ottenere il titolo! 

CAPITOLO 1 

Spesso quando ci ritroviamo a stappare un vino non abbiamo la minima idea di tutto il lavoro che sta dietro a ciò che agli occhi di molti appare come una semplice bottiglia. Solitamente scegliamo perché i nostri occhi vengono attratti da una scritta, da una particolare etichetta o da un colore… non vediamo altro che ciò che abbiamo davanti agli occhi. Ma quanti invece riescono a carpire davvero il cuore, l’anima del vino, la sua storia, le uve e il suo territorio, con cui instaura un rapporto indissolubile, ma soprattutto il grande lavoro, il sudore, la passione che sta dietro la produzione di uno dei più antichi tasselli del nostro patrimonio culturale. 

Ed eccoci in Piemonte, più precisamente nel Monferrato, terra ricca di storia e tradizione, da anni inserito nella lista del Patrimonio dell’Unesco. Il Barbera è il figlio prediletto di queste terre. L’oro nero del Monferrato. Un vino storicamente “plebeo”, eletto soprattutto per via della sua produzione regolare e abbondante, elevato a vino di pregio grazie a uno dei personaggi più esuberanti della storia vitivinicola piemontese, Giacomo Bologna, colui che, in epoca di scandali legati al metanolo, non esitò a comprare una pagina sul quotidiano La Stampa solo per ribadire la sua decisa opinione: “W LA BARBERA” … Sì perché in queste terre la Barbera è tradizionalmente femmina! Una bellissima Cenerentola che da vino rustico dalle umili origini si è trasformata come per magia in principessa

In collaborazione con Roberta Negri.

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